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Agli inizi della sua carriera da fotografa, Elaine Mayes si ritrovò immersa in quello che divenne uno dei luoghi simbolo del movimento hippie, il quartiere di Haight-Ashbury a San Francisco. Fu qui che, solo un anno dopo aver fotografato il Monterey Pop Festival nel 1967, iniziò la sua celebre serie di ritratti ai giovani della zona documentando il delicato momento in cui il movimento hippie cambiò pelle, passando da un fenomeno di gioiosa liberazione al cupo abuso di droghe pesanti. Se per il concerto di Monterey l'approccio di Elaine Mayes era ancora marcatamente fotogiornalistico, per la serie di questi ritratti la fotografa sceglie uno stile più formale: immortalati sulla soglia di casa o sotto un portico o, ancora, al parco, i soggetti figurano in pose composte e con lo sguardo fisso verso la macchina fotografica. L'uso di questo espediente stilistico, unitamente al formato quadrato, fa sì che la serie emerga dallo stereotipato documentarismo dell'epoca. "Haight-Ashbury Portraits 1967-1968" è la prima monografia che presenta il lavoro di Elaine Mayes in quello specifico momento storico.