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Dopo la morte di Jean Giraudoux, il manoscritto della "Bugiarda" - composto in una prima e unica stesura nel 1936 - fu conservato per venticinque anni lontano da occhi indiscreti. Lontano, cioè, da chi avrebbe potuto pubblicare un'opera per molti versi scandalosa: la storia di Nelly (la bugiarda) e dei suoi due amanti (Gaston e Reginald), dietro le cui vesti sembrava celarsi quasi uno sdoppiamento dell'autore. Scrittore dallo stile brillante e di grande eleganza, Giraudoux fu il più famoso commediografo francese d'anteguerra. Morì prima di riuscire a rivedere il romanzo e, forse, di poter crittografare i riferimenti alle proprie vicende personali. A metà tra roman philosophique e commedia di costume, "La bugiarda" non si esaurisce nella storia di Nelly, con la sua sincerità perfettamente simulata e la personalità vitale e ineffabile, ma finisce per oltrepassare i confini della narrazione per entrare nell'intimo di un uomo "zelante", come ebbe a definirsi l'autore stesso. Uno zelo che, per essere perfetto, esige la rivolta.