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Il signor Lewadski è un ornitologo ucraino di novantasei anni dal pessimo carattere, che non risparmia vetriolo e ironia ai suoi simili, mentre elargisce simpatia e comprensione ai pennuti. Dopo una catastrofica telefonata con il medico, riguardante il suo stato di salute, l'uomo decide di volare un'ultima volta a Vienna e spendere tutti i suoi soldi nel lusso confortante dell'Hotel Imperial. Sarà proprio lì che avverranno incontri semplici e stupefacenti, da quello con il maggiordomo Habib, un giovane immigrato che lo accudirà teneramente, all'anziano signor Witzturn, compagno perfetto non solo per ricordi e confidenze ma anche per condividere un concerto dell'orchestra di Vienna o sbronzarsi per la prima volta. Ed è sempre tra le sale e i corridoi del maestoso albergo che si può ascoltare una cameriera cantare la Nona di Beethoven o camminare su un pavimento coperto di piume, mentre il tempo e lo spazio si dilatano e si confondono in attesa della fine.