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Nell'estate del 1965 Aldo Busacca, scienziato e ingegnere tessile di fama internazionale, si toglie la vita. Nel giro di pochi anni, la sorella Helle, insegnante e scrittrice nota ai più grandi letterati e critici del tempo, tesse con i fili della speranza e del dolore un ampio intreccio di componimenti poetici in cui descrive quanto avvenuto nella propria coscienza sconvolta. L'elaborazione di un lutto privato, con tutte le onde emozionali che da esso promanano - dalla rabbia alla maledizione, dall'amore alla consolazione, dalla nostalgia alla speranza -, diventa uno straordinario poema postmoderno, colmo ora di sdegnata critica sociale ora di pietà e sentimento. La denuncia della violenza del sistema accademico e lavorativo, ma anche la chiara coscienza della possibilità di rigenerazione dell'umanità prendendo slancio dai suoi elementi più puri: un messaggio rivolto ai giovani e al futuro, che a partire da un fatto apparentemente isolato diviene motivo di revisione sociale e canto universale di fraternità.