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Quando, sorretti da fede profonda, abbiamo immaginato folle di devoti di tutto il mondo, che nei secoli hanno onorato e onorano, con processioni, riti sacri e opere di pietà, i misteri dolorosi della morte di Cristo, abbiamo sentito l'urgenza di porre all'attenzione di quanti credono di dover tutelare e valorizzare il ricco patrimonio di fede, quei beni culturali storico-architettonici, che vanno sotto il nome di "calvari".Si è scelto, allora, di censire, esaminare e documentare quelli più significativi ed importanti che insistono nei centri dell'area jonica-salentina, eguendo un percorso d'indagine, effettuato tutto sul campo; un percorso, che è risultato arido e difficile, e per le lunghe distanze affrontate e per la mancanza quasi assoluta di fonti presso i diversi archivi parrocchiali e comunali. L'inesistenza, poi, della bibliografia che conta e delle notizie sulle date di erezione degli ottantatré calvari censiti e sui nomi di coloro che sono stati i committenti o che vi hanno lavorato, ha accresciuto i disagi, resi ancor più onerosi dalla disarmante sufficienza di chi ci ha sorriso con scetticismo.