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In Siria in tre anni di violenze sono state uccise oltre 150mila persone, tante quante sono state all'incirca uccise in quindici anni di guerra civile in Libano (1975-90). Interi quartieri di località millenarie sono stati rasi al suolo in modo sistematico con ogni tipo di arma convenzionale. Milioni di persone hanno abbandonato le loro case e una vera e propria pulizia socio-confessionale è in corso nelle regioni più sensibili del Paese. Decine di migliaia di jihadisti, sunniti e sciiti, sono accorsi da ogni angolo del pianeta a sostegno di quella o quell'altra potenza coinvolta nel conflitto. Questo volume intende fornire gli strumenti per indagare le cause interne che hanno determinato lo scoppio della rivolta nella primavera del 2011: un fenomeno senza precedenti per estensione geografica e temporale. E intende farlo tramite una lettura della storia moderna e contemporanea siriana, approfondendo i temi cruciali della questione: la reale struttura di potere in piedi da quasi mezzo secolo; la presunta "laicità" di un regime descritto come "protettore delle minoranze confessionali dalla minaccia fondamentalista"; i fattori socio-economici del dissenso delle zone periferiche e rurali a maggioranza sunnita; il ruolo delle potenze regionali e internazionali nell'influire sugli equilibri della rivolta armata e sulla sua graduale radicalizzazione confessionale.