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Procurare a piacimento l'oblio, tanto dolce quanto pericoloso, è uno scenario descritto fin nell'Odissea. I ricordi spiacevoli sono quelli che vorrebbe fare scomparire Macbeth dalla mente delle moglie tormentata dal rimorso. Ma la finzione letteraria sa anche che troppa memoria impedisce letteralmente di vivere. Grazie all'elettronica, oggi siamo in grado di conservare, e di avere a portata di clic, quasi tutte le nostre esperienze. E lo spettro che inquieta la terza età è l'Alzheimer, che letteralmente ci ruba il passato. Eppure, per molti un ricordo doloroso è ciò che avvelena la vita, procura disturbi fisici e psicologici così gravi da impedire le normali attività. Per questo la ricerca scientifica si è impegnata nel tentativo di cancellare realmente alcune tracce dalla nostra mente e dal nostro cervello. Un obiettivo che oggi è più vicino e solleva questioni non solo tecniche. I primi risultati cominciano ad arrivare; negli animali è possibile rimuovere la paura appresa e nuovi scenari si affacciano anche per gli esseri umani. Nell'era in cui tutto può essere memorizzato su supporti digitali, per paradosso diviene concreto l'antico sogno di manipolare quel poco che è scritto nella nostra mente. In questo libro si fa il punto sullo stato delle conoscenze circa la manipolazione dei ricordi; si ricostruisce un dibattito che è già acceso; e si mostra come la nostra cultura sia divisa tra l'aspirazione al nuovo e la volontà di conservare tutto quello che è accaduto.