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Il volume presenta gli esiti di uno studio trentennale sui canti di questua natalizio-epifanici dell'arco alpino, condotto dall'autore attraverso vari rilevamenti "sul campo" alternati a mirate indagini d'archivio (presso la biblioteca Vallicelliana di Roma, la British Library di Londra, la biblioteca del Conservatorio di Bologna, il Ferdinandeum di Innsbruck). Vengono date finalmente risposte concrete a un quesito centrale negli studi etnomusicologici italiani, e non solo: l'esistenza di eventuali fonti a stampa di un repertorio (collocato sul confine fra popolare e colto, scritto e orale, sacro e profano), considerato "di tradizione orale". La prima parte (di taglio filologico e storico-etnografico) prende in esame le quattro principali fonti a stampa "ritrovate", a partire dal XVI fino al XVIII secolo; la seconda è dedicata all'analisi etnomusicologica di ventidue componimenti (e delle relative settantacinque varianti trentine) pubblicati su queste fonti. Il volume porta dunque nuova luce sull'origine e le fonti di una tradizione popolare largamente diffusa in tutto l'arco alpino, scavando nelle pieghe della "micro-storia", per arrivare alla "Grande-Storia" della Riforma luterana e del Concilio di Trento con le sue "lodi a travestimento spirituale".