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A dieci anni dalla seconda guerra del Golfo, la distruzione e il saccheggio dell'Iraq Museum di Baghdad e di molti siti sumerici, babilonesi e assiri dell'Iraq rappresentano un elemento emblematico del tormentato rapporto tra popoli e identità culturale. L'appropriazione del passalo di intere nazioni rischia quindi di portare alla cancellazione di una storia millenaria. Perché musei e siti archeologici sono stati violati? E per quale ragione dalla Tunisia alla Libia, dall'Egitto alla Siria la primavera araba si è trasformata in un autunno dei beni culturali? Nell'affrontare queste complesse vicende, l'autore offre una disamina approfondita dei recenti saccheggi del patrimonio artistico nel Medio Oriente e traccia un quadro inquietante del commercio internazionale dei tesori d'arte, evidenziando le dinamiche sociali e politiche dei vari contesti e le problematiche di tutela.