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Negli anni settanta lo sviluppo locale si presenta in Italia in una forma e con una forza che non richiedono nuovi e specifici strumenti di misura. Sono i distretti industriali nelle regioni della "terza Italia" a imporsi in quegli anni alla riflessione economica e sociologica, perché determinano in modo significativo le economie regionali e dunque le misure regionali dell'economia e del mercato del lavoro. Dagli anni novanta, però, lo sviluppo locale diventa uno degli strumenti delle politiche per le aree depresse. I sistemi locali del lavoro, strumenti di misura costruiti per la delimitazione e identificazione dei distretti industriali, si rivelano inadeguati a cogliere i fenomeni deboli e circoscritti attivati dalle politiche di sviluppo locale in aree arretrate. Gli autori del volume affrontano il problema della costruzione di strumenti di misura adeguati a leggere tali fenomeni - deboli e iniziali - di dinamismo economico e di prima presenza di sviluppo locale, andando a definire il concetto di sviluppo locale.