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"Alone" è un'idea. Impalpabile ma indelebile, come un alone appunto, impressa da tempo nella mente di Paolo Alberti, autore e curatore della raccolta. Un'antologia di racconti, che quasi didascalicamente ne riflettono il titolo e il filo conduttore, trasversale e poliedrica nei generi, dal noir alla fantascienza, dal comico al drammatico. Le storie di "Alone" infatti hanno come protagonisti la solitudine e l'invisibilità, osservate o vissute da ogni punto di vista, in un mondo in cui invece l'aspetto social sembra essere l'unica chiave per esistere e affermare la propria identità. Ed è forse l'unica antologia il cui titolo è perfettamente calzante e traducibile in italiano, quanto in inglese. Alone, come un respiro che si rapprende su un vetro gelido d'inverno, come una macchia che proprio non se ne vuole andare. Ma anche Alone, all'anglosassone, ovvero solo, solitario, o ripiegato su se stesso. Uno stretto manipolo di scrittori, già pubblicati, si è cimentato nella sfida di declinare in modo molto personale e variegato l'immagine evocativa di "Alone", riuscendo nell'impresa di rendere meno invisibile l'invisibilità e meno sola la solitudine.