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Questo libro è la condivisione di una riflessione partecipata di alcuni degli operatori della Ripartizione Servizi alla Persona del Comune di Bari che hanno lavorato nelle funzioni di assistenza alla popolazione durante l'emergenza sanitaria da covid-19. È una riflessione collettiva circa il rapporto fra una professione di aiuto e l'approccio professionale alla dimensione del rischio/emergenza/urgenza, nella quale gli assistenti sociali sono immersi quali costruttori del welfare nazionale. Dopo mesi di attività frenetica, che hanno riempito e svuotato il lavoro delle/gli assistenti sociali e degli educatori dei Servizi del Comune di Bari, è arrivata, con consapevolezza, la necessità di fermarsi, di capire cosa fosse accaduto e quali insegnamenti se ne potessero trarre, e, soprattutto, cosa fosse accaduto al gruppo di lavoro. Attraverso incontri dell'équipe di lavoro, focus group condotti da ricercatori e supervisione si sono messi a fuoco punti di forza e criticità di questo periodo emergenziale, con l'obiettivo di darne memoria e fondamento: questo libro ne è la testimonianza. Le esperienze descritte rendono l'idea dell'enorme investimento di energie, creatività, riflessione e pensiero collettivo della professione in contesti di calamità sociali e ambientali. Il tempestivo spirito di adattamento che emerge da queste pagine rivela come l'assistente sociale sia un professionista che si adopera quotidianamente per la sicurezza delle persone, in tempi di emergenza come in periodi di ordinaria amministrazione. "La nostra è la professione dell'emergenza-urgenza, impegnata com'è, da sempre, nella difficile, faticosa e incerta arte della costruzione e della manutenzione delle reti in condizioni di vulnerabilità e precarietà" (dalla premessa di Patrizia Marzo). Il principale risultato di questa riflessione non è solo strumentale al Servizio Sociale Professionale, ma è soprattutto identitario: "da un'organizzazione è maturato un gruppo con un forte senso di sé e con una grande solidarietà interna. Un patrimonio da conservare" (dalla postfazione di Daniele Petrosino). Prefazione Patrizia Marzo.