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Un'antologia è sempre una selezione soggettiva e, quindi, incompleta. Anche questa, come tutte le altre, lo è. Accostare l'attivismo pedagogico della Montessori all'idealismo filosofico di Capitini o all'utopia di Danilo Dolci potrà apparirà curioso o stravagante, originale o eccentrico, dunque discutibile. Il tentativo dichiarato di queste pagine è ripercorrere il solco di una tradizione purtroppo minoritaria nel nostro paese. I testi e le biografie, pur così variegati tra loro, che attraversano questa antologia, minima ma essenziale, annodano i loro fili attorno a comuni matrici: la libertà come autonomia nella determinazione del proprio destino; la creatività come sperimentazione del possibile e conoscenza di se stessi; l'educazione come prassi e non solo come concezione; la coscienza come incessante spazio critico anche rispetto alla propria cultura di appartenenza. È una pedagogia che si trasforma, tra l'altro, in un nuovo modello di conoscenza nel quale esplorando e problematizzando si consente, sia al bambino che all'adulto, l'accesso a forme inedite di comprensione del mondo. E quindi di immaginarne uno diverso. Insomma questa antologia e da declinare non al passato ma al futuro. E non si accontenta di essere letta, perché chiede di essere agita.