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L'enorme impatto che l'autismo ha sui genitori e sull'intera famiglia ha inizio con la diagnosi ufficiale, vissuta con sconcerto, dolore e l'incombente interrogativo: «Cosa posso fare per aiutare mio figlio?». La risposta spesso fornita dai clinici è una lista di terapie e di invii ad altri professionisti, ma in realtà sono proprio i genitori quelli che possono fare più di chiunque altro per aiutare il proprio figlio: grazie alla natura della loro relazione con lui, sono nella posizione perfetta per essere i suoi migliori insegnanti. L'approccio psicoeducativo al lavoro con le famiglie di bambini con autismo riconosce la centralità del loro ruolo nel trattamento e mira a promuovere il benessere dell'intera famiglia preparando i bambini a una vita quanto più possibile indipendente, soddisfacente e produttiva. Persegue dunque mete che inizialmente possono apparire minime ma che sono realistiche, estremamente concrete e, nel lungo termine, le più vantaggiose, in un percorso in ogni momento sensibile ai sentimenti e alle esigenze dei genitori, a partire dalla presentazione della diagnosi fino alla costituzione di gruppi nei quali possano scambiarsi aiuto, guida e sostegno.