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La cultura ha una doppia anima o un'anima scissa, la semiotica serve doppiamente alla vita, la vita è traduzione e il semiologo è un soggetto politico. Da questi presupposti parte un viaggio che si muove attraverso campi di vertiginosa complessità come la millenaria storia del mondo, le trasformazioni e i significati delle grandi categorie della soggettività occidentale, il rifrangersi molteplice ed esplosivo delle immagini e delle narrazioni mediali che costantemente consumiamo e produciamo, il pullulare della vita delle megalopoli contemporanee, i conflitti e i simboli che danno forma e sostanza a popoli e nazioni, le storie e le esperienze che modellano l'identità e il sentire individuale. Un viaggio che è un discorso critico che per fondarsi non risparmia se stesso e si forma, dunque, tanto nell'analisi delle culture colte nel loro contraddittorio quotidiano dinamismo quanto attraverso i tentativi di penetrare i meandri del cosmo semiotico, di creare concetti a partire dal dialogo fra i molti padri della disciplina o ritessendo i frammenti di un discorso intellettuale che da sempre coinvolge la semiotica della cultura in un denso rapporto con altri campi del sapere.