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Il volume affronta in chiave problematica il delicato tema del ruolo e dell'importanza della giustizia sovrannazionale nella repressione dei crimini cd. "universali". Nell'analizzare la struttura e il funzionamento degli organi di giustizia internazionale, con particolare riguardo alla giurisdizione complementare della Corte Penale Internazionale e ai principi processuali enucleati nello Statuto di Roma, il testo propone una lettura critica del ricorso a sistemi repressivi su scala sovrannazionale, ostacolati dall'eterogeneità degli ordinamenti giuridici coinvolti e dalle difficoltà applicative inevitabilmente connesse all'intersecarsi della giurisdizione statuale e transnazionale. È evidente infatti che la particolare efferatezza e la peculiare potenzialità diffusiva dei crimini internazionali non può comunque giustificare la rinuncia a principi fondamentali del processo, né condurre alla creazione di un sistema di regole uniformi, tali da consentire l'efficace sostituzione dei giudici nazionali o il complementare affiancamento di organismi di giustizia privi di reale fondamento ontologico e principi comuni di riferimento.