Tab Article
L'autore, nella prima parte, dopo aver rintracciato i primi usi dei termini nei maggiori esponenti della filosofia greca e nei primi pensatori cristiani, mostra come il rapporto ragione-fede si è configurato in Sant'Agostino e come è andato mutando nelle diverse fasi della Scolastica, e poi in San Tommaso d'Aquino. Quindi ha richiama alcuni momenti fondamentali della ripresa del pensiero del Dottore Angelico a cavallo dei secoli XIX e XX. Nella seconda parte si sofferma sull'enciclica di Giovanni Paolo II sottolineandone alcune argomentazioni (collaborazione tra fede e ragione al fine di raggiungere la verità) e cita alcune ricezioni sia favorevoli che ostili del documento del Papa. Quindi accenna ai riferimenti, espliciti ed impliciti, che nello scritto del Papa, sono indirizzati a san Tommaso e ricorda i pensatori moderni citati dal Pontefice. Infine nomina alcune interpretazioni del concetto di verità, come quella di adaequatio rei et intellectus, e accenna ad un a concezione "debole" (Vattimo) e una "forte" (Severino). In conclusione ricorda alcuni lavori di Benedetto XVI (e Joseph Ratzinger) dedicati a questo tema.