Tab Article
Forma suprema del teatro per Giovanni Testori è il monologo. La vera realtà dell'uomo sta nella solitudine, riflesso dell'impotenza a cui siamo relegati da un Padre che ci ha creato e poi disconosciuto. Tutti i dialoghi presenti nelle sue opere sono in realtà la ricerca di un altro dialogo. Quello con Dio, unico interlocutore in grado di togliere l'uomo dalla sua solitudine, che però appare muto e distante. Nei primi due capitoli del volume vengono considerate le opere degli anni sessanta e settanta, in cui si maledice il grembo materno perché responsabile di iniziare la vita, soggetta al dolore e alla morte. Nel luglio del 1977 muore la madre dell.autore lombardo e il ventre materno torna ad essere capanna, porto in cui poter sempre tornare, dopo qualsiasi sofferenza o delitto. Nell'ultimo capitolo, attraverso l'approfondimento del Confiteor del 1985, viene chiarito il nuovo ruolo della figura materna, immagine della Madonna e riconosciuta come via di riconciliazione per il rapporto tra l'uomo e Dio.