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La Carta di Nizza, il trattato costituzionale del 2004, prima, ed il trattato di riforma del 20 poi, - entrambi questi ultimi bloccati da esiti referendari negativi - hanno contribuito a riaccendere l'attenzione in ordine alla tematica attinente la protezione dei diritti fondamentali nell'ordinamento comunitario ed a costituire occasione di dibattito. La presente indagine, dopo una breve ricostruzione del processo attraverso il quale i diritti de quo hanno ottenuto un riconoscimento in sede comunitaria ed una ricognizione del sistema di garanzia attualmente in vigore, analizza le innovazioni che la riforma, ancora in itinere, è destinata ad apportare qualora sia ratificata da tutti gli stati membri. Il paradigma di riferimento nell'osservazione è rappresentato dalla tutela accordata, in primis, al diritto di libertà religiosa ed agli altri diritti ad esso funzionali. Una particola attenzione è riservata alla disposizione che rinviando ai diritti nazionali rispetta lo status delle chiese e delle organizzazioni non confessionali, riconoscendone l'identità ed il contributo specifico. Non manca, un'analisi della problematica concernente l'opportunità di inserire un richiamo alle radici religiose dell'Europa ed alle differenti posizioni registratesi in merito; quesito al quale i testi in oggetto forniscono una risposta negativa.