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Marne la Vallée, città industriale alle porte di Parigi, è teatro della tragedia inscenata da Laurent Martin, che vede come protagonista un disincantato poliziotto di periferia, Max Ripolini. Nonostante la sua modesta esistenza da sbirro municipale, si trova coinvolto nell'inseguimento di un serial killer che sfigura giovani donne nubili dopo che l'assassino ha ucciso la sua ex compagna. Su questo intreccio l'autore elabora il suo romanzo costruendolo come una tragedia greca. Alla narrazione dell'eroe si oppone il punto di vista del coro, rappresentato dalla città e dai suoi abitanti. Marne la Vallée, con il suo caos urbano, è molto più che un semplice sfondo, vive e accompagna i crimini che hanno luogo, in un certo senso li favorisce. Max racconta di regolamenti di conti nella comunità cinese, bordelli clandestini, e tutto lo porta a coloro che secondo l'autore sono i veri colpevoli del malessere della città. E quando l'assassino viene scoperto, sono il ricordo e la sensazione del viaggio nel cuore dell'universo urbano che continua ad accompagnare il lettore.