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Può sembrare un paradosso parlare di semplicità riferendosi all'arte di ricevere in una delle sue supreme accezioni, quella cioè praticata nelle sedi istituzionali e nelle occasioni più solenni: cene di gala, pranzi di stato, colazioni di affari internazionali, cerimonie per le alte cariche. Invece, il privilegio di osservare da vicino l'operato di coloro i quali esercitano quest'arte ai massimi livelli ci ha svelato una cifra di raffinata sobrietà, a dispetto di quanti - troppi! - pensano che sia lo sfarzo il parente più stretto dell'eleganza. Il segno distintivo della classe è, piuttosto, la semplicità. Nonostante le consuetudini dell'ospitalità siano codificate, tuttavia il rituale dell'accoglienza non è mai identico a se stesso, ma si fa apprezzare nei suoi cambiamenti, oggi come un tempo, in funzione di chi ospita e di chi è ospitato, dei luoghi e delle situazioni. Tante le scoperte che si possono fare sfogliando le pagine di questo volume, leggendone i consigli, le numerose curiosità, o solo ammirandone le immagini, per apprendere le regole del buon gusto. L'arte di ricevere, oggi, deve essere arte di accogliere: con semplicità e gentilezza, con la gioia di condividere il meglio di cui disponiamo in casa con i nostri ospiti. E questo è un insegnamento di civiltà, prima ancora che di stile.