Tab Article
I movimenti populisti e di piazza che, in tutto l'Occidente, stanno mettendo a soqquadro i tradizionali assetti politici, sono visti da molti commentatori come una insurrezione finalizzata al rovesciamento della democrazia liberale. Secondo Michael Lind, quello che sta accadendo è molto più complesso: davanti ai nostri occhi, infatti, si sta combattendo una nuova lotta di classe. Se gli investimenti educativi e la divisione del lavoro cognitivo hanno garantito per decenni prosperità e sicurezza alle economie occidentali, le loro conseguenze sul lungo termine, secondo l'autore di questo libro, sono state l'emergere di una "superclasse" burocratica ad alto grado di specializzazione e istruzione che, contrariamente a quello che i meccanismi della selezione per merito lascerebbero supporre, tende a rinnovarsi e a scontrarsi con una classe di lavoratori sempre più numerosa, che vive ai margini o al di fuori dei grandi centri, e si sente esclusa da qualsiasi ambito socialmente rilevante. Temi come il lavoro, l'ambiente, la crisi migratoria e altri ancora diventano così il campo di battaglia di una guerra che rischia di avere, per la nostra società, un esito ugualmente distruttivo: il trionfo di una tecnocrazia poco interessata al bene comune e la trasformazione della società in un sistema di caste ad alto livello tecnologico oppure il rovesciamento delle élite e la loro sostituzione con un sistema incapace di elaborare riforme costruttive. La soluzione, secondo Lind, è l'individuazione di un nuovo compromesso sociale, un nuovo patto che, in nome del pluralismo democratico, promuova la partecipazione di tutti i cittadini di qualsiasi estrazione, etnia o credo in tutte le decisioni di ambito economico, politico e culturale. Con un saggio di Lorenzo Castellani e Raffaele Alberto Ventura.