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Questo libro spiega i diversi sviluppi delle tattiche europee altomedievali, ben lontane dall'assomigiiare al caos indisciplinato che in genere sì immagina. Tratteggia il declino della cavalleria come arma vincente in battaglia nei regni "barbari" che sostituirono l'impero romano d'Occidente, e la sua sopravvivenza negli eserciti misti dell'impero bizantino. Segue poi la rinascita della cavalleria e della fanteria a cavallo sotto i carolingi nel IX-X secolo, quando vennero minacciate dagli invasori a cavallo e che giungevano via mare, fino allo sviluppo della cavalleria normanna munita di armatura. L'autore spiega come altre tradizioni militari, provenienti dalle steppe eurasiatiche e dal mondo islamico, influenzarono le tattiche europee, e sottolinea l'importanza di forze bilanciate di cavalleria e fanteria in quasi ogni situazione. L'autore descrive poi il percorso dagli eserciti in sostanza feudali a quelli pressoché del tutto professionisti. I metodi con cui venivano reclutati e pagati ne determinavano il livello dell'equipaggiamento e delle capacità, e di conseguenza le tattiche sul campo di battaglia e i modi in cui i sovrani potevano affrontare le guerre. Le truppe arruolate da piccole ma ricche città-Stato italiane erano molto diverse da quelle di Stati-nazione emergenti come l'Inghilterra e la Francia, o del Sacro Romano Impero. Mentre forze equilibrate di fanteria, cavalleria pesante e leggera erano necessarie quasi ovunque, la guerra nell'Europa occidentale e centrale era diversa da quella fra cristiani e musulmani in Spagna, e dalle guerre sulle frontiere orientali della cristianità. Il testo è illustrato con rare testimonianze scritte e scultoree, esplicativi piani di battaglia, di alcuni scontri importanti, e con scenari a colori che li riportano in vita.