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"Ciò che sempre mi colpisce nel modo di essere e di porsi di Laura Pezzola, è appunto l'umiltà (che in lei si fa eleganza), la semplicità - quasi come un vanigliato lievito del quotidiano, trasmutato in dolce e forse anche un po' interdetta positura intellettuale, quiete rasserenata: ma non per questo estranea, o dimentica, della turbinosa dolenza del mondo che ci circonda. Un mondo sciocco, ostile, nefasto, tanto quanto le nostre parole si forgiano, invece, assennate; un mondo infame, negletto, ipocrita [...] Con squisito espediente sintattico, e dirompente, autoironica boutade concettuale, Laura si designa e si registra all'anagrafe condominiale, vorremmo anzi dire in una perfetta visura catastale, come L'inquilina dei piani alti... Ma non c'è poetessa più partecipe e attenta di Lei al fervoroso prodigio dello scorrere, calpestare, passeggiare, esitare, aspettare giù da basso la Dea Realtà..." (Plinio Perilli)