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"L'incontro con la scrittura di Lidia Are Caverni, migrante nell'infanzia e nell'adolescenza dalla Sardegna (Olbia) alla Toscana (Livorno) e approdata a Venezia-Mestre, è di quelli che lasciano una traccia nella memoria emozionale. Cittadina di porto, abitatrice di spazi liminari terra-mare, accoglie ciò che il vento dell'ispirazione le porta dalle onde e dalle zolle e lo declina nella pluralità dei linguaggi che abitano le banchine, dove si arriva e si parte da/per altri luoghi. Ai bambini e alle bambine cui ha insegnato, da maestra, come ai lettori e alle lettrici che la seguono dall'esordio ha regalato una prosa e una poetica piena di sonorità, d'evocazioni saldamente radicate nelle sue passioni per l'antropologia e la storia, di scavo in grotte e in stanze dove aleggia il mito ma l'incontro è con i sogni e con il quotidiano." (dalla Prefazione di Maria Paola Fiorensoli)