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Che nella parola possa nascondersi ora un qualche sapere, ora un groviglio di false certezze è quanto la filosofia moderna ha riconosciuto nei percorsi tracciati da alcuni dei più robusti pensatori consacrati dal Novecento, cioè Nietzsche, Peirce, Wittgenstein e i molti che dopo di loro sono venuti. È questo il filo sottile che unisce tra loro i testi poetici di Cosalità della parola di Ludovico Fulci. Si va dalla Preghiera dell'ateo del dicembre 1972 a Saggezza d'Oriente che risale alla fine degli anni Novanta, per arrivare a testi recenti e recentissimi, come Il volo della farfalla appositamente scritto per questa raccolta. Perciò dice bene Bonifazio Mattei sostenendo che "...la poesia di Fulci è un'ultima rielaborazione del suo pensiero [...]. Un arcipelago di miraggi e retorica è quello in cui navigano i sogni e le confidenze di tutti, il linguaggio, le credenze, le disperazioni. Questo affiora chiaramente nei versi, con la nuda fermezza di un apologo".