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"La casa madre" è un'installazione d'arte contemporanea, eppure potrebbe diventare un manifesto politico. Pensata per Villa Fiorentino, a Sorrento, da Antonio Biasiucci e Mimmo Paladino, l'opera site specific è un progetto di accoglienza reciproca e una possibilità di abitare che scarta l'individuale e sceglie le possibilità del "noi". Per Sorrento, un progetto completamente diverso dal passato. Una scelta lungimirante e coraggiosa: la sfida a riabitare l'accogliente privato trasformandolo, rendendolo aperto e migliore, con l'utopia dell'arte che ridisegna le possibilità di un'accoglienza pubblica. Un'idea che introduce, per non rimanere fine a se stessa, uno scarto culturale e politico, un modo nuovo di concepire il bene collettivo e lo spazio pubblico: dunque, dove il privato si fa pubblico, e il pubblico è interesse del privato. Come la montagna di sale, meno eclatante e più ordinaria, l'arte elaborata dalla relazione tra Biasiucci e Paladino ci consegna una possibilità di speranza condivisa, iscrivendosi nella casa, quindi nello spazio che ci vede ognuno protagonista quotidiano dell'abitare il mondo.