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La voce che scandisce in prima persona il racconto, benché tutta tesa a registrare le proprie risonanze interiori e a captare gli arcani segnali che giungono dal mondo del mito, risulta in egual modo attenta alla realtà tra le cui sponde la storia si dipana. E allora, insieme agli interrogativi, alle curiosità, alle angosce, alle emozioni dell'infanzia e della prima adolescenza, ecco le convenzioni e convinzioni di una famiglia laica e "liberal" arroccata in un palazzo seicentesco di Pizzofalcone, ecco una galleria di ritratti accigliati o ridenti, dolenti o festosi, tutti assolutamente inediti, ecco ancora la Napoli "altra" delle serve devote e dei "saponari" incantatori, dei supportici intriganti e dei bassi ingrommati di morte, ecco, infine, soprattutto, la natura: i giardini, il mare, le grotte, gli scogli, i percorsi iniziatici scavati nella memoria e nel tufo. Uno scenario incomparabile, affabulante, da rimpiangere con strazio, ora che per sempre è perduto.