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Chi era esattamente? Da dove veniva? Era un assassino in fuga, un cospiratore, o era stato notaio, o addirittura vescovo? Del "Disertore" si sapeva soltanto che era francese e che scappava da qualcosa, magari da se stesso. Jean Giono, trasformando una sorta di bizzarra indagine su un personaggio realmente esistito in un lungo racconto, descrive questo vagabondo ottocentesco mentre varca un passo alpino tra la Francia e la Svizzera, in una natura aspra e incontaminata. Una sola, grande paura tormenta il personaggio: i gendarmi. Perché, anche se non ha fatto nulla, chi è povero e viaggia "senza documenti" non può mai fidarsi dei rappresentanti dell'ordine. Ma in un villaggio del Vallese, il Disertore sarà accolto da gente semplice come lui e scoprirà la sua candida, straordinaria vocazione: dipingere immagini sacre; o meglio: ritrarre, sotto le spoglie di santi, gli uomini e le donne della valle. E in quest'arte troverà anche il riscatto per la propria anima.