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Amatissime da Giacomo Leopardi e Vincenzo Monti, le "Visioni sacre e morali" di Alfonso Varano furono uno di quei testi capaci di raccogliere intorno a sé, nel proprio tempo, una mole davvero impressionante di consensi ed entusiasmi. Suddivise in dodici ampi capitoli in terzine, si pongono fin da subito (per i temi trattati e l'impianto narrativo) in contatto e in competizione con la "Commedia" dantesca, anche se ne accentuano in maniera sensibile la cupezza delle immagini e il carattere macabro delle raffigurazioni. Anticipatrici di un certo gusto romantico per il gotico, le terzine di Varano sono anche la chiusura della stagione italiana del barocco, di cui condividono lo slancio controriformistico e la visione fortemente negativa del male e del peccato.