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La seconda edizione di "Sulle assunzioni" (1910), di cui si presenta ora la prima traduzione in italiano, costituisce non solo la principale opera di psicologia di Alexius Meinong, ma anche un ampliamento delle ricerche psicologiche nella direzione inaugurata dalla teoria dell'oggetto. Modificando la teoria brentaniana dell'intenzionalità, Meinong individua tra rappresentazioni e giudizi un ambito di vissuti "intermedi", quale l'ambito dell'assunzione, definita come un pensare senza credere, un giudicare privo di convinzione. Nel discorso ipotetico, così come nel processo motivazionale del desiderio o nella produzione e fruizione di opere di fantasia, è l'assunzione a garantire il riferimento intenzionale all'oggetto non-esistente. Attraverso la mediazione del vissuto assuntivo, si chiariscono il ruolo dell'immaginazione nell'attività conoscitiva e la connessione sussistente tra vissuti intellettuali ed emozionali. Sulle assunzioni trovò interlocutori e critici illustri, tra cui Bertrand Russell, Christian von Ehrenfels, Edmund Husserl.