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«Qua Giordano parla per volgare, nomina liberamente, dona il proprio nome a chi la natura dona il proprio essere»: aprendo lo Spaccio de la bestia trionfante, Giordano Bruno afferma a chiare lettere l'intenzione di impiegare un linguaggio aderente alla realtà delle cose, ponendo fine alla frattura tra res e verba che ha trascinato il mondo nel caos e nella decadenza. Il messaggio rinnovatore di cui il Nolano si sente portatore implica quindi la necessità di plasmare una lingua nuova, capace di esprimere l'infinita ricchezza di una natura divina e in perenne mutamento. Frutto di un'indagine a tutto campo sull'intero corpus bruniano e sulle sue fonti - antiche, medievali, rinascimentali - le pagine che seguono si propongono di ripercorrere, attraverso venti voci concepite come veri e propri saggi monografici, i concetti cardine dell'indagine filosofica bruniana, consentendo al contempo di illuminare il ruolo decisivo che la Musa Nolana occupa nella nascita del lessico metafisico moderno.