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Firenze sotterranea (1884, ristampata fino all'alba del secolo nuovo) è l'elaborazione, di stampo naturalista, del reportage di un itinerario attraverso il degrado, la miseria, la malattia, il crimine dell'antico cuore della città - Oltrarno, il Mercato Vecchio con il «canchero» del Ghetto - prima della ridefinizione borghese avviata con l'arrivo della capitale. Il libro, fin dal suo primo apparire, suscitò intersse, scandalo e controversie, nonché l'accusa al suo autore di aver "romanzato" il lato oscuro «sotterraneo» della vita cittadina. Alle accuse Jarro rispose rivendicando la positiva funzione di denuncia del libro nella promozione di un ormai indilazionabile risanamento e la propria missione di apostolo di redenzione civile. Testimone partecipe di intollerabili condizioni di vita, ma anche narratore ispirato alla narrativa popolare dei «misteri» a partire da quelli di Parigi di Eugène Sue, Jarro documenta, con intento umanitario che non esclude appelli alla repressione, la vita segreta di una Firenze «sotterranea» e ignorata ormai scomparsa.