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Il saggio di Paola Culicelli affronta il tema del rapporto tra emigrazione e scrittura nella letteratura italiana e, in particolare, nell'immaginario delle scrittrici. Si tratta il viaggio dalla prospettiva di colei che resta. La donna viaggia da ferma, di qua dall'oceano, e il suo racconto è la tela di Penelope, che inganna l'attesa, mentre l'uomo, novello Ulisse, è homo viator. Si offre una pagina della nostra storia a lungo rimossa dalla cultura ufficiale, poiché la grande emigrazione ha rappresentato un'emorragia demografica proprio all'indomani dell'unità nazionale. Si passano in rassegna tre scrittrici italiane del primo Novecento: Maria Messina, Lina Pietravalle e Paola Drigo. Nelle loro pagine il racconto dell'emigrazione consegna un ritratto inedito dell'Italia e delle donne italiane nel secolo scorso. Al di là dell'interesse storico e antropologico che possono destare, romanzi e racconti possiedono un valore letterario intrinseco, per cui la loro trattazione critica risulta necessaria, se non urgente. In appendice la ricerca su esodo e scrittura si estende al versante americano, a chi il viaggio l'ha realmente compiuto, considerando la produzione di alcune autrici italoamericane quali Sister Blandina Segale ed Helen Barolini.