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"La figura della madre è da sempre al centro dell'opera di Carifi. Declinata in innumerevoli figure-chiave più o meno canoniche - la mater dolorosa universale e mariana, la vittima par excellence della guerra e dello sterminio, la madre egizia fragile e imperiosa in uno, la madre morente questa figura incarna il polo assente presente, invisibile eppure tangibile, del dialogo poetico. In questo libro, da figura di confine, a metà strada tra il reale e il simbolico, la madre si trasforma e si manifesta nella sua più fragile disposizione creaturale, al cui cospetto si consuma lo struggimento del poeta-figlio. Ma la bellezza morente e caduca della madre, il suo commuovere e disperare, non si chiude in se stessa, ma al contrario riesce infine a sprigionare una forza inaspettata, salvifica e terrestre. Proprio là dove si spengono desiderio e bellezza, dall'ultimo afflato del loro morire si libera paradossalmente un demone consolatore, quello della speranza. La bellezza e il bene incarnati dall'amore materno, anche e proprio mentre si dileguano, rivelano così la forza di redimere il cuore dell'uomo, una forza capace di rovesciare il lamento melanconico del ricordo."