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Il libro intende analizzare le relazioni intercorse tra lo Stato di Israele e i vari governi degli Stati Uniti dalla nascita dello Stato ebraico (1948) sino ad oggi, ma partendo dalla fine della seconda guerra mondiale, quando il movimento sionista ricominciò a tessere la sua trama diplomatica collegandosi al nuovo presidente americano, Harry Truman. L'analisi delle relazioni israelo-americane per tutto il secondo dopoguerra non potrà non tener conto del contesto medio-orientale, in cui Israele e, per diverse ragioni, gli Stati Uniti svolsero un'intensa attività politica: il primo, per creare le condizione per la propria sopravvivenza; il secondo, per contrastare la penetrazione sovietica nella regione. Nello svolgere tale attività, i due paesi talora trovarono comune ragioni per sviluppare un'intesa politica, ma altrettanto spesso percorsero strade diverse e talvolta contrappposte. Le oscillazioni di questa relazione sono analizzate nel libro. L'analisi e l'interpretazione degli avvenimenti si sviluppa sulla scorta di un'ampia documentazione proveniente dagli archivi americani, inglesi e israeliani, oltre che di una vasta bibliografia di fonti secondarie.