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Questo libro inizia con una favola e con una favola termina. La prima narra della "felicità" di trovarsi in tutti i "luoghi" (tópoi) della storia e del tempo "a casa propria", come un signore che, nel suo Castello, muovendosi sempre tra "le stesse cose" (tautà aeí), ogni volta incontri quanto ancora in esse resta da vedere. Topologia è questo: una pratica di pensiero che nell'orizzonte del presente - e non del presente eterno, ma del presente che passa - fa esperienza di tempi molteplici, ove Hegel è, insieme, contemporaneo di Agostino e di Schelling, e questi di Plotino e di Hegel, secondo lo strato di tempo che essi di volta in volta abitano. La seconda favola parla della "difficile felicità" di vivere questo tempo stratificato nella consapevolezza che il presente in cui si rivela la molteplicità infinita dei tempi, è solo un attimo, un battito d'occhio, he ripè toû ophtalmoû, in cui tutto come vive, così può scomparire. Il tragitto dalla prima alla seconda "favola" descrive l'ethos della topologia: un modo di abitare il mondo e il tempo senza essere del mondo e del tempo.