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Marisa Fabbri è stata una protagonista delle scene italiane del secondo Novecento. Fiera sostenitrice di un teatro d'arte mai disgiunto dall'impegno politico nel segno di Brecht, nella sua lunga esperienza, l'attrice ha saputo coniugare il ripensamento della tradizione del grande attore con una sincera adesione al teatro di regia. Fondamentale la sua collaborazione con alcuni tra i più prestigiosi registi italiani, primo fra tutti Luca Ronconi di cui negli "anni di piombo" è stata il più intelligente alter ego artistico. Il volume ricostruisce il percorso artistico e intellettuale dell'attrice e, attraverso questo, conduce una ricognizione critica sulla storia della scena italiana degli ultimi settant'anni, dalla tardiva nascita della regia all'approdo all'orizzonte postregistico. Si analizza così il contributo di Marisa Fabbri alla "riforma" del ruolo del caratterista, avvenuta attraverso lo strutturalismo più intransigente e secondo le regole della «scrittura vivente» ronconiana, passate però al vaglio degli insegnamenti di Gramsci e Lukàcs.