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L'interrogativo da cui parte la ricerca presentata nel volume è: la storia è una scienza? Non solo. L'autore indaga anche sul valore storico delle scienze, partendo dal periodo a cavallo tra Otto e Novecento quando, in un'atmosfera d'incredulità generale, le scienze furono scosse dalle fondamenta: Albert Einstein scopriva, in quel crocevia epocale, la relatività, quando la geometria, già lontana dalle teorie euclidee, era a un solo passo da Heisenberg e dalla sua rivoluzione in nome del principio d'indeterminazione. In quest'epoca straordinaria, l'epistemologia razionalista italo-francese riconobbe i tratti umani e le vene perdute del tempo nella scienza. Vide, nel suo parco giochi, un'altalena dondolare tra ragione ed esperienza. Per P. Lauria, la scienza è questo bel gioco a cui prende parte anche l'arte; fantasia ed immaginazione la spingono a nuovi voli e a più alte cime. Il gioco scientifico, al pari degli altri, è composto da parti. Ragione ed esperienza, estetica ed etica sono senz'altro nella partita.