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È lo stesso Fellini, in "La mia avventura fantastica a Viterbo" del 23 agosto 1959, a suggerire il titolo di quest'opera in cui si vuoi dare evidenza alla Tuscia come scenario di un'avventura non solo cinematografica, ma di vita, un insieme di luoghi e paesaggi che Fellini "riconobbe" come veri e propri luoghi dell'anima. È un testo nato dalle conversazioni quotidiane con un testimone che ha dato voce ai suoi ricordi e a quelli di Fellini, suo compagno di vita e di giochi. Molti sono i critici, giornalisti e storici del cinema che hanno tentato di ricostruire la storia di uno dei più grandi registi di tutti i tempi, ma a nessuno è mai venuto in mente di interrogare "quell'omino con la lanterna che mi accompagnava e mi faceva strada", un certo Moraldo Rossi...