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L'ipotesi che guida il presente lavoro è che il Barocco abbia costruito il proprio spazio vitale intorno a due esigenze: quella del compromesso e quella della riflessione sulla visione, declinate lungo tre assi principali, tre grandi "ossessioni" della società seicentesca: la rappresentazione, il carattere pervasivo della morte, la messa in scena teatrale. Tutte sono collegate al senso della vista, nella misura in cui essa assicura la sintesi dell'esperienza. Una volta identificato il Barocco con un campo di forze contraddittorio, Gijsbrechts è sembrato l'artista che forse più di tutti condensasse nelle sue opere le ossessioni che diedero la forma, e insieme rappresentarono la risposta, agli assilli dell'uomo del Seicento. Così i suoi trompe-l'oeil portano alle estreme conseguenze la fascinazione per gli inganni della visione, nonché il suo ruolo predominante nei processi conoscitivi; le sue nature morte hanno approfondito il senso di costante disfacimento che pervade il Barocco; tutte le sue invenzioni hanno esplorato il carattere teatrale che ha segnato ogni aspetto della vita del XVII secolo.