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Il vero collante che tiene insieme i quindici saggi è l'idea di fondo che li muove: ossia la convinzione che il testo letterario non sia mai un organismo autonomo e separato da ciò che lo circonda, da cui nasce e a cui è destinato, ossia la società civile, il pubblico di lettori, la storia micro e macro. Storia, pubblico e società con i quali l'opera entra in contatto attraverso una serie di mediazioni messe in piedi da specifici apparati culturali, quali riviste, case editrici, attività critico-ermeneutica. Si tratta di una serie di strumenti volti a promuovere specifiche politiche culturali, che inevitabilmente collaborano alla costruzione del singolo testo letterario. Proprio il rapporto tra testo-apparato culturale-società (che a sua volta può essere declinato in società-apparato culturale-testo) è il centro di riflessione di questo libro. Una riflessione che ci sembra giusto rilanciare proprio in momento in cui le chimere di una letteratura puramente ludica e giocosa si sono definitivamente spente, e la cultura (anche quella letteraria), sia pur timidamente, sembra recuperare un suo ruolo sociale e civile.