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"Credo che non ci si soffermi mai troppo ad affermare l'unicità dell'esperienza di Rina, che non solo è riuscita a diventare una scrittrice autentica, con una sua voce molto personale, avendo a disposizione l'unica arma del suo amore incondizionato per la scrittura e quasi nessuna istruzione, ma che ha anche saputo intrecciare il progresso nella padronanza degli strumenti letterari con un'evoluzione critica, che è insieme considerazione storica sul passaggio da società agricola a società industriale e percorso di autocoscienza femminile. La faticosa ma entusiasmante lotta con la scrittura intrapresa dalla contadina ormai già alle soglie della vecchiaia, sotto la spinta di un'energia trascinante, inesauribile (una "piena", come lei stessa la definisce), va di pari passo con il lavoro di analisi critica e rielaborazione del proprio vissuto che la donna compie dentro di sé: nasce una scrittrice e rinasce una donna..."