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Il rapporto tra natura e grazia rappresenta uno snodo decisivo per l'antropologia e per l'etica cristiana. Nel Sei-Settecento, all'interno della teologia morale cattolica, si imponeva un ripensamento del rapporto esistente tra i valori inscritti nella natura della persona umana e la novità normativa della grazia: le tesi dei protestanti, quelle dei giansenisti e il deismo illuminista richiedevano una presentazione rinnovata del rapporto esistente tra lex naturae e lex gratiae. Questa esigenza è stata intuita da Pasquale Magli che ha provato a rileggere questi aspetti fondativi del discorso teologico-morale elaborando una proposta nella quale lo schema natura-grazia fornisce l'ordito per tutta la riflessione. L'esito dello sforzo messo a punto dal prete di Martina Franca è interessante e merita di essere conosciuto all'interno della letteratura teologica nella quale, fino ad ora, era praticamente assente.