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Lo studio della filosofia ma certamente anche la personale meditazione di ogni giorno ha insegnato a Mirko Pompei la necessità e nello stesso tempo la difficoltà della mediazione tra quello che Hannah Arendt chiamava l'"amore del mondo" e quella che si può definire l'imprescindibile "pazienza della ragione" nell'analizzare gli eventi, le circostanze, i bisogni. L'ethos di ogni collettività si intesse, anche se noi spesso non ce ne rendiamo conto, proprio intorno a questo sottile filo che collega l'amore per la vita e per gli altri con la capacità di guardare le cose attraverso un distacco critico che solo la ragione consente. Ciò dovrebbe costituire l'ideale regolativo atto a guidare la presenza e l'agire di ognuno di noi nel momento storico nel quale ci troviamo, insomma l'ideale al quale conformare il nostro personale destino.