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"Basterà il prologo perché il lettore comprenda [.. .] l'idea di poesia che da sempre informa il lavoro di Luca Nicoletti: perché in questi versi Il paese nascosto non è solo un paese dell'anima, ma una comunità concreta, un paesaggio ben definito, di cui le «poche case di Agello» rappresentano una testimonianza visibile. Letti entro questa prospettiva, i versi di San Clemente prelude definiscono dunque non solo un territorio e un paesaggio di familiare e ancestrale verità, ma anche il moto stesso dell'ispirazione poetica: una «via» che «emerge / dal profondo», e i cui caratteri sono già inscritti nei propri declivi; [...]. La dimensione civile della parola, così cara al poeta, non può che confrontarsi con il destino dell'uomo, con quello sguardo celeste che gli è connaturato [...]. Quel mattone che «vuole essere qualcosa» di più di ciò che è, compendia in fondo un'idea umanistica e civile della vita e della storia, proprio quella che pare oggi così compromessa nel mondo contemporaneo, e che risulta infine uno dei temi-chiave della raccolta." (dalla Prefazione di Giancarlo Pontiggia)