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Per anni, Olga ha trascorso la sua vecchiaia in soddisfatta solitudine, unica cittadina di un borgo disabitato. All'inizio dell'inverno, però, uno sconosciuto viene a vivere in una delle case che le sono intorno, provocandole disagio e sospetto. I rapporti, tuttavia, sono di buon vicinato e l'anziana donna finisce col convincersi di poter stare sufficientemente tranquilla. Quando una straordinaria nevicata isola il borgo dal resto del mondo, le cose cambiano. L'uomo non è quello che vuole sembrare e Olga, nella necessità di affrontarlo senza perdere la testa e arrabbiarsi, si scopre a riandare con la memoria al suo passato di donna che ha attraversato alcuni dei grandi mali del Novecento, interrogandosi senza sentimentalismi sui moventi dell'essere umano ma finendo adesso, nella brutalità dell'isolamento, a interrogare involontariamente se stessa. Non è mai il caso di farsi domande, sembra volerci dire l'autrice, ma, se proprio diventa inevitabile, sarebbe meglio inventarsi delle buone risposte.