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Secondo le assurde usanze sovietiche, il governo temeva la musica rock occidentale come il diavolo teme l'acqua santa: infatti la musica avrebbe potuto infettare le persone con idee indesiderate e incontrollabili di libertà. Absurdistan - questo è il paese dove è tutto assurdo: la musica, il divertimento e anche la vita stessa. Questo paese è esistito ed era l'ex Unione sovietica, ma potrebbe esistere ancora, ovunque non si capisca il significato della parola libertà. Janikashvili racconta la storia del rock e del pop tra il 1980 e il 1990, il periodo della sua giovinezza, durante il quale questa musica è stata importata illegalmente e trasmessa dalle stazioni radio pirata. Per gli ascoltatori era più di "sola musica", era il suono della libertà. Con un distacco ironico, ma con un'empatia abbondante per le tragedie personali, grandi e piccole di questo tempo, l'autore descrive un mondo assurdo in cui la musica - temuta dallo Stato più di ogni altra cosa - è rigorosamente censurata e controllata.