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Al tramonto della Serenissima Repubblica, approdarono, tra le lagune, non pochi eruditi di origine greca - i fratelli Petrettini, Mario Pieri e altri - le cui sorti fatalmente si intrecciarono con quelle di intellettuali, antichisti, appassionati d'arte, letterati locali, contribuendo a consolidare un clima di scambi e contatti all'insegna della dedizione per il mondo classico. Attraverso l'opera multiforme di questi umanisti greco-veneti (ancora troppo poco noti), nella quale si conciliano passione per gli studi classici e bibliofilia, amore per le versioni dall'antico e traduzioni di autori moderni, si ricompone un mosaico, non convenzionale, della Venezia post-napoleonica e ottocentesca.