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"L'intimità" (1997) è, dopo "Il ladro di Libri", la seconda incursione delle eum nell'universo di Nuria Amat. Nata a Barcellona, affermatasi negli anni ottanta, è una delle narratrici meno ortodosse ed esteticamente più libere della letteratura spagnola contemporanea. La grande casa di famiglia, una finestra, la clinica psichiatrica confinante, la biblioteca paterna; l'assenza della madre, avvolta nel silenzio; due matrimoni "letterari". Questa è la mappa dove si svolge la vicenda interiore di una donna in perpetua ricerca della voce materna. La letteratura e la passione per i libri costituiscono la chiave di accesso privilegiata: sono il significante aperto verso un nuovo ordine semiotico, quello della madre. Romanzo del tutto inconsueto nel panorama letterario dell'epoca, "L'intimità" è un'opera commovente, enigmatica e intelligente che, come il titolo svela, indaga quella zona spirituale, intima e riservata che tutti portiamo dentro. Un romanzo intimista, ma non edulcorato. Anzi: duro, esigente, sincero, emotivo, vero, talvolta ironico. Ma soprattutto, intimo.